venerdì 19 agosto 2011

la lettura del Palio di Siena secondo Profeti



Palio preparato al canape per il Nicchio


L'improvvisa ed imprevedibile azione, con cui Capitanbruschelli ha deciso di sacrificare quattro contrade al canape (Bruco, Aquila, Lupa e Pantera), merita un capitolo a sé nella leggenda paliesca. Non poteva essere altrimenti visto l'impegno con cui un fantino che ha corso 40 volte il Palio si fa prendere in contropiede da uno scatto del cavallo. E sono proprio le dichiarazioni rilasciate a La Nazione digitale nella giornata di mercoledì a confermare la meravigliosa intuizione della lettura paliesca dello stesso Capitanbruschelli. Fermo restando la presa di culo autentica che una dichiarazione del genere comporta nella storia del Palio, occorre analizzare nel dettaglio non quelle fasi della mossa che vengono ripetute fino alla nausea, ma quelle che, registrate, fanno capire molti particolari. Se a tutto si inserisce la visione diretta di queste fasi, che non vengono raccontate o raccolte ma vissute direttamente, Ed allora cos'è accaduto tra un'uscita e l'altra? Capitanbruschelli ha capito, come sua abitudine e stile, quale fosse lo sviluppo della mossa; in particolare ha compreso che il Pusceddu non ce la faceva ad ostacolare l'Atzeni, vero obiettivo di Capitanbruschelli, e che il Ricceri, che era arrivato nella Lupa via Vagliano, non rispondeva ai requisiti dei primi momenti. Ecco, quindi, la scelta e la chiacchierata con il Mulas, fuori dai canapi, risulta significativa e rassicurante. Alla Lupa, compresa l'Aquila, avrebbe pensato Capitanbruschelli, ma qualcuno doveva assicurare a tutta Vagliano che la Giraffa sarebbe rimasta al canape. Questo qualcuno noi lo abbiamo individuato nell'Istrice perché Capitanbruschelli puntava su Nicchio e, in subordine, sulla Torre; il Leocorno, viste le condizioni fisiche di Bartoletti, non destava assolutamente preoccupazione. Quando si vuole partire, e Capitanbruschelli ha un curriculum professionale di altissimo pregio, non si piazza il capo del cavallo verso Piazza e non è assolutamente pensabile e sostenibile che esista, per un fantino che ha corso 40 volte, l'attenuante dello scarto del cavallo stesso. Capitanbruschelli voleva puntare direttamente l'Atzeni, in una manovra che di fatto ha tolto dal palio quattro Contrade, facendo esaltare la strategia di Vagliano. Contemporaneamente a questa manovra, alle spalle di Capitanbruschelli, la Giraffa non è stata ostacolata, né dall'Istrice, né dalla Torre, un "servizio" che avrebbe lanciato il Migheli a giungere quasi primo alla Fonte. In corsa, però, abbiamo visto un altro Capitanbruschelli. Fortuito l'impatto con il Nicchio all'uscita della prima Cappella, poi una corsa a cercare di recuperare senza quella lucidità che lo aveva visto, nel passato, prendere accuratamente le redini dei vari cavalli montati. Perché questa soluzione? per tenere sempre l'Atzeni (obiettivo principale dell'azione di Capitanbruschelli) dietro? E' così che la corsa di Capitanbruschelli rappresenta un altro motivo di lettura invernale, forse in attesa di un'ulteriore intervista alle sue croniste preferite.


Sergio Profeti

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